La notte è il momento più misterioso della vita, si accendono altre luci e si aprono nuovi spiragli; si svegliano altre forme di vita. Il fascino del mistero notturno avvolge una parte di noi che durante il giorno non avviene, entriamo in un’altra dimensione: anche in quella dei sogni. La luce della luna avvolge il fascino del mistero con i pensieri del giorno accumulato.
La notte ha portato con se idee migliori, rispetto al giorno, infatti questo brano è stato creato di notte mentre osservavo il fascino dei faretti delle stelle e l’occhio di bue della natura (la luna).
“Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere!” E rise ancora. “E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra, così, per il piacere… E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu dirai: “Sì, le stelle mi fanno sempre ridere!” e ti crederanno pazzo. “T’avrò fatto un brutto scherzo…” E rise ancora. “Sarà come se t’avessi dato, invece delle stelle, mucchi di sonagli che sanno ridere…” (cit. da “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry)